CORNICI PER NUOVE ESPERIENZE COMUNITARIE

Presepe Comunitario
2020-2021

Pensarsi, costruire e coltivare comunità: quale significato?
Partire da quello che c’è per immaginare nuovi modi per esserci comunque e ancora di più.
Sono fili rossi che costruiscono un laboratorio che sfocia in un presepe della comunità e per la comunità. Un presepe nato da un invito dei giovani della Pro Loco e arrivato alla porta di ciascuno: un invito per un contributo libero, trasversale, pensato come modo per sentirsi vicini.

Nasce un’installazione collettiva, fatta di personaggi nuovi e conosciuti, di creazioni nate nelle case di chi decide di partecipare e tra i banchi di una scuola in continuo movimento; un presepe di manualità, di saper fare e fare insieme, di competenza, di storie, di laboratori creativi. Un presepe da curare durante e oltre il periodo natalizio, perché sia visibile e visitabile anche se con tempi e modi diversi, in epoca di pandemia.
Il pretesto natalizio è solo un punto di partenza per riguardare ad eventi e a luoghi pubblici dati per scontati, affinché diventino cornici per nuove esperienze comunitarie: reinventare per esserci, essere Festa, essere Tradizione, essere comunità.
UN’ESPERIENZA DAI MOLTEPLICI RISVOLTI

Centro Estivo 2020

Durante la settimana del 10/14 agosto 2020, Monno ha offerto ai suoi giovani concittadini, 20 bambini, fra i 6 e gli 11 anni, un centro estivo progettato per essere un’esperienza dai molteplici risvolti, ludico ed educativo, culturale e artistico, ricco di attività all’aria aperta, connesso profondamente con il paese e le sue ricchezze e con il lavoro già impostato sulla comunità attraverso Ca’mon.

Sono state tante le attività progettate dalla squadra di lavoro, composta da tre educatrici de Il Cardo, da Elena Turetti, dall’artista Stefano Boccalini.

In apertura, qualche giorno prima dell’inizio del centro, Elena Turetti ha coinvolto i bambini in una anteprima, organizzando una giornata di riscoperta, connessione e mappatura di quei luoghi del paese che i piccoli monnesi ritenevano significativi, perché parte della loro storia di vita.

Nei giorni del centro si sono susseguiti giochi e attività all’aperto, tra natura e vie del paese; è stato dedicato un pomeriggio al campo di lino, per imparare come si raccolgono e stendono ad asciugare le canne prima della raccolta. I bambini hanno poi seguito Stefano Boccalini in un “Viaggio per il mondo” lavorando sulle parole “intraducibili”, scoprendo che dietro una manciata di lettere si nascondevano gesti e significati che si potevano interpretare e fare propri nonostante arrivassero da molto lontano.

Una settimana ricca e piena di stimoli ai quali i bambini hanno risposto con tutta la loro creatività, allegria, curiosità, inventiva e immaginazione rendendola ancora più ricca di quanto ci si poteva immaginare.

Ibridare delle competenze tipiche del territorio con una visione “esterna” a questo, che ne riflettesse peculiarità e possibilità…

ESPRIMERE IL RAPPORTO CON IL PAESE

Una parola su Monno 2019

Il progetto “Una parola su Monno” vede la luce a cavallo tra il 2018 ed il 2019 nell’ambito della rassegna aperto_art on the border. L’idea è stata quella di ibridare delle competenze tipiche del territorio con una visione “esterna” a questo, che ne riflettesse peculiarità e le possibilità. L’artista Stefano Boccalini ha così deciso di mettersi in campo e di proporre a tutti gli abitanti del paese una collaborazione eccezionale.

A Novembre 2018 è stata mandata a tutti gli abitanti una cartolina, realizzata per l’occasione, che chiedesse a ciascuno di riflettere e proporre una parola che esprimesse il proprio rapporto con il paese. Boccalini ha poi selezionato, tra le molte proposte ricevute, le otto parole che ha ritenuto più evocative e i cardists, volontari ed utenti dei servizi per persone disabili della Cooperativa Sociale Il Cardo, le hanno intagliate nei loro laboratori artigianali. Queste, una volta terminate, sono poi state affisse per il centro storico di Monno con l’obiettivo che diventassero parte integrante e stimolante della quotidianità dei monnesi. L’occasione per la presentazione al pubblico è stata quella del festival del Bene e del Bello nell’ottobre 2019. In una splendida giornata autunnale Stefano Boccalini e i cardists che si sono occupati dell’intaglio delle parole (i volontari Paolo Modense e Giudo De Marinis e gli utenti dei servizi CSE e SFA Guglielmo Chiodi, Moira Pogna, Sara Trotti e Tullio Panizza) hanno presentato alla popolazione i lavori svolti e hanno deciso con i volontari del paese dove appendere i lavori. Al termine della ricognizione per il centro storico ha avuto luogo un ulteriore momento di socialità e festa.

UNA TRADIZIONE NASCOSTA

Aspettando Ca’Mon 2018

L’idea di aspettando CaMon nasce nella primavera/estate del 2018. In attesa della conferma del finanziamento del progetto e dell’ufficialità del via ai lavori non stavamo più nella pelle. Volevamo sperimentare noi stessi, le competenze acquisite dai cardists nei laboratori interni alla Cooperativa ed il rapporto con Monno. L’idea è stata dunque quella di proporre, nel periodo estivo, un laboratorio stabile per bambini e curiosi che inizialmente si sono esercitati nella tessitura utilizzando materiali di riciclo, poi, dopo aver appreso i rudimenti dell’arte, ha invaso il centro storico del paese.

Al di là della voglia di misurarsi con uno dei temi centrali del progetto CaMon e nel rapporto con il paese, avevamo in mente un pensiero molto evocativo. Aperta la possibilità di un Centro di Comunità volevamo iniziare ad intrecciarci con la quotidianità di Monno e a tessere l’ordito che ci avrebbe consentito di realizzare quanto progettato. A questo scopo abbiamo coinvolto più persone possibili nella realizzazione dei laboratori. C’è chi ci ha aiutato nella creazione di piccoli telai, chi ci ha assistito nei laboratori con i bambini e i curiosi e chi ha discusso con noi quali fossero i luoghi più interessanti da intrecciare.